lunedì 14 dicembre 2015

Il sogno americano

James e la pesca gigante vide la sua nascita in un momento di crisi nella carriera di Dahl: lo scrittore impiegava sempre più tempo a finire i suoi racconti, che  si stavano facevano sempre più strani e raccapriccianti. Sheila, la sua agente, lo esortava da un po’ di tempo a scrivere un libro per bambini: "più ci penso, più mi sembra intrigante. Secondo me hai la possibilità di sfuggire alla formula del racconto, che in questo momento ti imprigiona, e di abbandonarti al regno della fantasia, nel quale sei così versato". Un saggio suggerimento che per fortuna Dahl raccolse, del resto aveva sempre adorato raccontare storie ai più piccoli.
Leggiamo nella biografia di Donald Sturrock, che i bambini seguivano Roald come il pifferaio di Hamelin, un narratore nato, capace di incantarli con la sua voce profonda, gli occhi scintillanti, il gusto per il divertimento e l'immaginazione sfrenata e ribelle. Dahl passava, inoltre, molto tempo con i suoi figli, leggeva loro le fiabe norvegesi, quelle dei Grimm, i racconti di Beatrix Potter e cominciò ad inventare storie inedite per loro.
A metà del 1959 iniziò a buttare giù qualche idea nei suoi taccuini: un ragazzo tartaruga, il registratore magico, il bambino che muoveva gli oggetti, minuscoli umani in un albero cavo e l’'idea di un romanzo sugli insetti lo intrigava molto. I suoi figli amavano le storie di conigli, cani, gatti e topi ideate da Beatrix Potter e quindi pensava che per poter essere originale si sarebbe dovuto rivolgere ad animali poco rappresentati come lombrichi, cento piedi e ragni. Dopo un Agosto di vacanza in Norvegia, Dahl si mise al lavoro ed è così che nel 1961 vide la luce James e la pesca gigante, il primo libro per ragazzi di Roald Dahl.  James Henry Trotter, rimasto orfano, si ritrova a dover vivere con due terribili zie, Stecco e Spugna. Mentre nei suoi racconti per adulti le due megere avrebbero avuto la meglio sul piccolo, questa volta Roald si sentì libero di dare sfogo al suo senso di giustizia. Una pesca cresciuta miracolosamente si stacca dall'albero del giardino delle due perfide zie e James a bordo del frutto, assieme ai sui amici insetti, le schiaccia lasciandole "stirare sull'erba, piatte, sottili e inanimate come una coppia di bambole di carta ritagliate da un album". James assume le redini del suo destino e quello degli amici insetti e quando la pesca rotola nell'oceano, la salva dall'attacco di un branco di squali, legandola ad un gruppo di gabbiani, che in volo, conducono l’allegra brigata fino all'Empire State Buildings di New York, dove il bambino verrà accolto in trionfo e realizzerà il suo sogno più grande, raccontare la sua storia ad altri bambini.
La fantasia fiabesca di Dahl si mescola alle molte informazioni scientifiche sugli insetti che sono disseminate nel libro,  oltre alle spiegazioni fantastiche di fenomeni naturali (per esempio, gli Uomini- Nube che generano grandine, pioggia, temporali, tuoni ecc.). Da raccogliere il consiglio che Grazia Gotti ha dato alle insegnanti durante la formazione, avviare con i bambini un lavoro di ricerca ed osservazione di farfalle, coccinelle, api, coleotteri disegnati da illustratori di ieri e di oggi. Citiamo solamente un libro a titolo esemplificativo, L’inventario illustrato degli insetti, di Emmanuelle Tchoukriel & Virgine Aladjidied,  Ippocampo edizioni. 

James e la pesca gigante è il primo libro per ragazzi scritto da Dahl e vi troviamo già molti dei temi che saranno esplorati nei romanzi successivi:  la rappresentazione di un mondo adulto incapace di ascoltare e riconoscere i talenti dell’infanzia, il viaggio (il volo) come crescita, le paure infantili personificate qui dalla figura simbolica del rinoceronte, l'importanza dell'amicizia per riscattarsi e ritrovare la fiducia in se stessi e riscoprire il coraggio di  inseguire i propri sogni.

Elena, Anna, Barbara

Nessun commento:

Posta un commento