mercoledì 30 marzo 2016

Parole e immagini per raccontare le emozioni

Stamani i bambini sono rientrati a scuola dopo le vacanze di Pasqua ed io mi sono svegliata assai contenta di riprendere le attività della grande Fabbrica dei Libri e tuffarmi ancora con loro nel mondo magico di Dahl: già mi mancavano i racconti, i disegni, i pensieri e i sentieri che percorriamo tenendoci per mano.
Alla primaria Masaccio i bambini che ho incontrato erano pronti a raccontarmi le loro impressioni su James e la pesca gigante e a mostrarmi il lavoro fatto con le loro maestre, Marilena De Simone in 2B e Felicita Lanzi in 2A.
I due libri realizzati sono molto diversi, sia nel testo che nelle illustrazioni, e rispecchiano a pieno le caratteristiche delle due classi: in entrambi i casi, però, i bambini hanno dichiarato che il romanzo è stato un veicolo di forti emozioni e che dalla lettura è emerso il valore indiscutibile dell’amicizia. Così abbiamo riflettuto che, proprio come è stato per James e i suoi compagni di avventura, anche in classe abbiamo compiuto un viaggio all’insegna della cooperazione, contribuendo, ciascuno, alla creazione del libro collettivo.
Uno degli atelier di stamani mi dà l’occasione per rammentare anche l’importanza e l’efficacia comunicativa dell’espressione artistica, la sua forza come strumento per la valorizzazione dell'individualità, nonché come opportunità di costruire relazioni e esperienze di socializzazione. In una delle due classi ho conosciuto un bambino con tantissime difficoltà di apprendimento: ha problemi di linguaggio e non sa ancora leggere. Ebbene, di fronte al foglio bianco, questo cucciolo spaurito e dagli occhi grandi ha trovato un'importante alternativa al linguaggio verbale, riuscendo a raccontare in maniera totalmente appropriata il suo pezzo di storia attraverso le illustrazioni, mettendo in luce, finalmente, le sue potenzialità e donandoci con commovente spontaneità la parte più viva e vera di sé.


Oltre a questo regalo, nel pomeriggio ne ho ricevuto un altro: un messaggio speciale e un disegno che racconta l’esperienza di questa mattina.


Ecco come mi vede Bianca: vicino a lei, felice e soddisfatta, e con in mano un libro fatto a mano. Grazie!

Ilaria

James e la pesca gigante è un libro che fa emozionare. Per esempio la storia fa sentire tristi, proprio come James, che viene trattato malissimo da zia Stecco e zia Spugna. Le zie, infatti, lo costringono a fare dei lavori pesanti e gli impediscono di passare il tempo fuori a giocare, come sarebbe giusto che accadesse a un bambino della sua età. La storia però è anche molto divertente, perché racconta le avventure fantastiche a bordo della pesca. Roald Dahl ci insegna che i bambini vanno trattati con cura e amore e anche che l’amicizia è importante: James fa amicizia con gli animaletti che abitano nella pesca e, insieme, riescono a farla volare e a raggiungere New York. Collaborando e aiutandosi l’un con l’altro, possono realizzare un’impresa che, per ciascuno di loro, da solo, sarebbe stata troppo difficile.

I bambini della classe 2 B della scuola primaria Masaccio


Roald Dahl, con questa storia ci ricorda il valore dell’amicizia e dei rapporti di collaborazione con gli altri. Per esempio James, durante il viaggio, ha un sacco di idee geniali e trova la soluzione a tutti i guai che accadono, ma non potrebbe metterle in pratica senza l’aiuto degli animali: ognuno di loro, infatti, ha una specifica capacità. Questo romanzo, inoltre, ha la capacità di far emozionare i lettori: ci si sente tristi quando James perde i genitori; pieni di adrenalina quando la pesca viene attaccata dagli squali; ci si preoccupa quando il gruppo arriva a New York, perché pensiamo che possano essere arrestati; ci si commuove quando James permette ai bambini di mangiare la pesca e poi lui va a vivere dentro al nocciolo. Sarà proprio qui, a Central Park, che su un tavolino James scriverà la memoria della sua avventura straordinaria, in modo che arrivi fino a noi. Questo è il grande potere dei libri: trasmettere storie, emozioni e stimolare la fantasia e l’immaginazione, che permettono ai bambini di costruire mondi diversi e bellissimi, cioè di sognare.

I bambini della classe 2 A della scuola primaria Masaccio

L’amore, la libertà e la pace sono una Chimera?

Prima delle vacanze di Pasqua, cinque appassionate classi della scuola primaria Chimera hanno partecipato alla Grande Fabbrica dei Libri. È difficile aggiungere parole a quelle che i bambini hanno utilizzato per raccontare i capolavori di Dahl, perché lo hanno fatto in maniera non convenzionale, fissando su carta non solo le storie che hanno conosciuto, ma anche nuove idee e ulteriori efficaci sviluppi, che aggiungono significati e sfumature a questa esperienza.

Gli Sporcelli sono diventati una filastrocca che spiega che “se ti becchi la restringite puoi diventare piccola come una vite” e che racconta con rime divertentissime il susseguirsi di scherzi tra marito e moglie, le crudeltà e i soprusi a danni degli animali (le scimmie richiuse nella gabbia si agitano con tanta rabbia; la colla Nontimolla sul ramo dell’albero t’incolla), fino alla pianificazione e realizzazione di un ingegnoso piano (con la grande incollata tutta la casa fu riadattata) che porta scimmie e uccelli alla conquista della libertà.

Anche le due classi che hanno letto Matilde hanno scelto la strada della rima, producendo due differenti, singolari, comunicative versioni della storia.
Nel primo caso la narrazione inizia con Matilde che prende la parola e si presenta:

Sono Matilde e sono piccola d’aspetto
ma se mi parli… vedrai che intelletto!
Leggo per gioco e mi diletto,
studiare tutto il giorno è perfetto.

Con efficacia il racconto prosegue e non manca nulla: scherzi, relazioni, sentimenti, fino al gran finale, in cui
tutti i cattivi lontano andranno
e Matilde e la maestra abbracciate rimarranno.

Nella seconda versione, i bambini entrano nella storia e aiutano Matilde a liberarsi della Spezzindue fino ad essere insigniti del titolo di “difensori dei diritti dei bambini”.
Alla fine, tornati in classe, i piccoli eroi si sentiranno storditi ma felici e si chiederanno:
È stato un sogno oppure la realtà?
Saperlo non importa, in verità.
Ciò che conta veramente
è di continuare a sognare: ora e sempre.

L’avventura del GGG è invece stata raccontata in prosa e anche in questo caso i bambini sono entrati da protagonisti nella storia. Il racconto svela che una volta, durante le sue scorribande soffiasogni, il GGG appare ai vetri della scuola Chimera: viene visto dagli alunni della classe quinta e perciò li agguanta tutti con la sua enorme mano e, come già aveva fatto con Sofia, li prende con sé. Dato che si tratta di “babberottoli grandini”, il gigante li equipaggia con retino e barattoli di vetro e li conduce a catturare sogni per il loro futuro: sogni che svelano caratteristiche, storie e sentimenti di ciascuno. Questi bambini però non pensano solo a se stessi e vanno a cercare anche un sogno universale, per tutti. Avvolti dalla musica armoniosa che sprigiona, lo trovano e lo acchiappano: è la visione di un futuro migliore per le nuove generazioni, il sogno generoso di un mondo di pace.

Guidati dalle maestre di italiano (Antonia Picaro, Luciana Giusti, Valeria Varone, Antonella Giaccherini) e supportati dalle insegnanti di sostegno (Sandra della Ragione e Lia Marcedola) i bambini della scuola Chimera hanno esplorato ampiamente i libri che hanno letto e si sono cimentati nella pratica giocosa della scrittura: si sono addentrati con entusiasmo nel territorio della poesia e della prosa, mostrando grande capacità di sintesi e di uso della parola, restituendo la bellezza, la complessità e la magia di ogni storia di Dahl e aggiungendo anche un tocco personale, pieno di nuovi significati.
Questa preziosa e totale conquista dei romanzi letti è proseguita anche nel momento in cui le nuove narrazioni sono state illustrate e racchiuse, ciascuna, dentro un libro fatto a mano: una convincente combinazione di parole e figure ci descrive e consegna, infatti, il pregiato intreccio tra l’immaginario di Dahl e quello dei bambini.

Ilaria


Gli Sporcelli è un romanzo divertente, fantastico, con un finale di libertà. La libertà è la possibilità di scegliere per vivere come si vuole. Questa coppia di Sporcelli è strana: è unita, ma non fa altro che maltrattarsi, mentre nelle coppie di innamorati ci vuole rispetto.

I bambini della classe 2 A della scuola primaria Chimera


Il signor Sporcelli e sua moglie maltrattano gli animali che però, collaborando, riescono a sconfiggere la loro cattiveria e a conquistare la libertà. Il romanzo, oltre a ricordarci l’importanza di essere educati, puliti, generosi e buoni con gli altri e a trattare bene gli animali, ci insegna che se si hanno brutti pensieri si diventa brutte persone.

I bambini della classe 2 B della scuola primaria Chimera


I genitori di Matilde non si curano di loro figlia. Questo è grave, perché invece i bambini hanno diritto alla cura, alle coccole, alla gentilezza, al rispetto, allo studio, al sogno e al gioco. Il romanzo ci ricorda di chiedere aiuto a qualcuno di cui ci fidiamo se ci troviamo in difficoltà  ma ci insegna anche l’importanza di acquisire sempre maggiori capacità per diventare, pian piano, autonomi e indipendenti. Roald Dahl, inoltre invita i bambini che hanno sogni a coltivarli per poterli realizzare.

I bambini della classe 3 A della scuola primaria Chimera


Matilde è un romanzo appassionante: ci racconta l’importanza della famiglia per i bambini, che vanno ascoltati e trattati con cura e affetto e ci spiega che la lettura è uno strumento da usare per non lasciarsi sopraffare e che, a scuola, le maestre possono diventare importanti punti di riferimento, insegnando le cose importanti ma facendo anche divertire. Roald Dahl dice ai bambini che anche se possono esserci momenti difficili non bisogna arrenderci: c’è sempre una possibilità per ognuno di noi, che siamo dotati di capacità proprie e che possiamo imparare ad essere indipendenti soprattutto per salvarsi da adulti terribili.

I bambini della classe 4 A della Scuola Primaria Chimera


Il GGG, con il suo linguaggio particolare e tutte quelle parole buffe e storpiate, spiega ai bambini che la scuola è importante e serve a rendere più semplice il nostro futuro. Roald Dahl ci insegna che prima di giudicare è importante conoscere, andare oltre l’apparenza, passare del tempo con gli altri e capire davvero com’è la persona che abbiamo davanti. Questo romanzo ci ricorda anche che è importante sognare ci incoraggia ad avere fiducia nel futuro e a impegnarci per realizzare i nostri desideri.

I bambini della classe 5 A della Scuola Primaria Chimera

F come FURBO, IL SIGNOR VOLPE


Lettera dopo lettera vi stiamo raccontando una delle stanze della nostra mostra, quella dalla più forte connotazione biografica. Ieri abbiamo scritto dei legami affettivi di Roald Dahl, del ruolo dei padri nelle sue storie e veniamo quindi a raccontarvi la lettera F del nostro alfabetiere, F come FURBO, IL SIGNOR VOLPE. La storia è fra le più autobiografiche dell'autore: il signor Volpe è un perfetto pater familias tenace, pieno di risorse, che non si fa sconfiggere dalle avversità e difende ad ogni costo la sua famiglia. Nell'ideare la storia Dahl fu sicuramente ispirato dal tasso secolare del giardino di Gipsy House, ma sono molte altre le caratteristiche in comune fra Mr Fox e Roald, ad esempio la mentalità da bracconiere del signor Volpe(che ritorna anche nel padre di Danny il campione del mondo).


Nel 2009,  Wes Anderson ha realizzato un film d’animazione ispirato al libro, Fantastic Mr Fox, acquistando i diritti cinematografici dalla vedova di Dahl, Felicity “Liccy” Dahl, che descrive così descrive l’incontro con Wes “All’epoca Anderson era molto giovane e con lui mi sono incontrata soltanto tre anni più tardi a New York. Mi ha invitata a pranzo in un locale elegante e alla moda. Era lì seduto ad aspettarmi e, quando sono entrata, si è alzato. Mi è sembrato subito simile al Signor Fox, vestito magnificamente, immacolato. Durante il pranzo abbiamo chiacchierato molto e ho pensato che, sì, Wes era il ragazzo giusto per realizzare il film”.
Prima di iniziare a dedicarsi alla sceneggiatura, Anderson ha visitato Gipsy House, la dimora della famiglia Dahl a Great Missenden nel Buckinghamshire, in Inghilterra, dove il celebre autore lavorava in un capanno rustico in giardino. Ecco cosa ha detto a tal proposito “Sono andato a Gipsy House nel mese di marzo e tutto era zuppo di fango. Liccy mi ha dato un paio di stivali di gomma e un vecchio cappello da pescatore del marito e siamo andati in giro nella proprietà. Alla fine di un sentiero c’è un albero enorme che ho riconosciuto immediatamente, perché è decritto nel libro. Sotto un albero è stato dipinto un carrozzone di zingari, che avevo visto in alcune fotografie polverose. In cima a un viale c’è un masso semi-sepolto su cui è stata incisa la parola 'gipsy'. Liccy mi ha condotto nel capanno in cui il marito scriveva”, aggiunge Anderson. “Sul tavolo c’è parte di un osso del bacino, accanto alla prima protesi dell’anca di Dahl. C’è una palla di quattro chili e mezzo fatta con gli involucri di alluminio della cioccolata Cadbury raccolti nel corso degli anni. C’è una piccola valvola chirurgica inventata da Dahl, che ha salvato il figlio affetto da idrocefalo. Quella sera Liccy mi ha lasciato esaminare i manoscritti del marito. Ero solo con dozzine di bozze scritte a mano con schizzi a margine, e ho avuto davanti agli occhi una visione d’insieme del suo modo di lavorare. In quel momento ho sentito più forte che mai la sua presenza”.
“Dahl era un uomo molto interessante e poliedrico”, osserva Anderson. “Abbiamo trascorso un po’ di tempo a Gipsy House mentre scrivevamo e molti dettagli della sua vita hanno trovato posto nella storia e nel personaggio del Signor Fox. Probabilmente Dahl ha immaginato il personaggio come una versione animale di se stesso; perciò, pur senza parlarne apertamente, l’intuito ci ha portati a scrivere la vicenda basandoci su questo presupposto”.
“Penso che a Roald sarebbe piaciuto immaginarsi nei panni del fantastico Signor Fox”, medita Felicity Dahl. “Gli piaceva aiutare la gente, specialmente i più bisognosi, forse anche a causa dei numerosi gravi problemi di salute che avevano colpito la nostra famiglia. Roald odiava le ingiustizie. Credo che gli sarebbe piaciuto essere il Signor Fox e, in un certo senso, lo era”.
Vi lasciamo con questa osservazione di Felicity Dahl. “Penso che Roald avrebbe sostanzialmente approvato ciò che Wes e Noah hanno scritto per avere una storia adatta a un lungometraggio. Mi dispiace che Wes non abbia conosciuto Roald, perché credo che si sarebbero piaciuti molto. Ma forse è meglio così, dal momento che Wes lo ha conosciuto attraverso il libro e la sua passione per il libro”.
Il film, come si può intunire dalle parole di Wes Anderson, è frutto di un grande lavoro di studio e documentazione sull'autore, ed è curato in ogni minimo dettaglio. Riportiamo di seguito alcune immagini che documentano il making of del film (The Making of Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson con la presentazione di Michael Specter e le fotografie di  Ray Lewis).



Vi consigliamo, inoltre,  del libro scritto da Ilaria Feole, Wes Anderson. Genitori, figli e altri animali (di cui abbiamo già parlato qui) che ci ha consentito di approfondire lo studio di Fantastic Mr Fox e di tutto il cinema di Anderson.

Elena, Anna, Barbara


martedì 29 marzo 2016

O come OLIVIA

Roald Dahl con la sua famiglia nel 1962. Da sinistra Theo, Tessa, Patricia e Olivia
Questa mattina abbiamo parlato della lettera P come PAPA’, accennando alle figure paterne nelle storie di Dahl. Alla mostra a fianco alla lettera P, troverete la O di Olivia e questo ci darà modo di parlare di Roald Dahl nel ruolo di padre.
Olivia era una delle figlie di Roald, la primogenita, a cui sono dedicati molti dei suoi romanzi. La bimba morì piccolissima all’età di 7 anni a causa di una complicanza del morbillo. Anche Dahl aveva perso una sorella quando era piccolo, Astri e in Boy sostiene che suo padre si sia lasciato morire a causa del dolore della perdita.
Dopo il lutto Roald si chiuse completamente in se stesso. Ma dopo questo periodo di grave depressione, cercò di riprendere la sua vita.
"Sempre avanti" era una delle sue frasi preferite, che dispensava tanto ai familiari e amici, quanto ai colleghi, nonché un motto che mise in pratica numerose volte in vita sua di fronte alle avversità, che si trattasse di incidenti, guerre, ferite, malattie, depressione o morte.
Nel 1960 Theo subì un gravissimo incidente (la sua carrozzina fu urtata da una macchina a New York e li fu scaraventato fuori) e un’altra tragedia avvenne all'inizio del 1965, quando Pat venne colpita da un ictus.
Alla lettera F del nostro alfabetiere abbiamo collocato Furbo, il signor volpe, che ci darà modo di parlare di un Roald Dahl trasfigurato nei panni di una volpe, perfetto pater familias che non si ferma di fronte alle avversità. Ma questa storia ve la racconteremo domani!!!


Elena, Anna, Barbara

P come PAPA'


“MESSAGGIO per tutti i Ragazzi-Che-Hanno-Letto-Questo-Libro
Quando sarete grandi
e avrete a vostra volta dei figli
ricordatevi, mi raccomando,
di una cosa importantissima:
un papà barboso è barboso e basta.
Quel che ogni ragazzo vuole
e gli spetta
è un papà
CHE FA SCINTILLE”
(Danny il campione del mondo, pag. 222)
Il rapporto fra Danny e suo padre è bellissimo, la loro vita, tra stazione di servizio, officina e l’autentico carrozzone da zingari in cui abitano, è quasi idilliaca. Ma all’improvviso Danny scopre che suo padre ha in mente un piano straordinario: il segreto ha a che fare con i fagiani che l’odioso signor Hazell alleva in vista della sua Grande Battuta di caccia.
Di nuovo Dahl attinse alla sua vita per elaborare la storia. Donald Sturrock, nella biografia dedicata a Dahl, ci racconta che nel frutteto della casa dello scrittore, la luce della luna si rifletteva sul carrozzone gitano dipinto a colori vivaci che Dahl aveva acquistato dalla sorella e che era diventato la stanza dei giochi dei bambini. La dimora dei Dahl fu soprannominata proprio Gipsy House in onore del carrozzone e di quella mentalità che Sturrock ha definito "zingaresca".

Sicuramente Dahl si identificava nel papà di Danny, un bravissimo cantastorie (nel libro fa la sua prima comparsa il GGG), una persona allegra che sapeva sorridere con gli occhi (e gli occhi non mentono mai). Roald, invece, aveva perso il padre quando era piccolissimo, a tre anni, a causa di una polmonite.
Alla lettera P della nostra mostra parleremo dei papà, quelli che Dahl ha creato nelle sue storie ed attingendo alla vicenda biografica dello scrittore, con I diamanti in cantina di Antonio Faeti sottobraccio, capiremo qualcosa in più della poetica del grande gigante soffia sogni.

Elena, Anna, Barbara

sabato 26 marzo 2016

B come BOY


I visitatori dell’allestimento tematico su Roald Dahl, alla lettera B troveranno Boy, la prima delle due autobiografie di Dahl. Questa lettera sarà posizionata all’interno della stessa stanza della N di Norvegia ed in qualche modo vi si collegherà.
La vita di Dahl è stata romanzesca quanto le storie che ha inventato. Abbiamo scoperto molte cose su di lui leggendo Boy, In solitario. Diario di volo, e la biografia di Donald Sturrock. In Boy Dahl ci racconta la sua l’infanzia e gli anni della scuola. Grazie al libro possiamo rintracciare  le origine della diffidenza dell’autore per il mondo degli adulti, le radici della sua ‘missione’ di scrivere in difesa dei bambini, la provenienza da una base reale di molte storie e personaggi dei suoi libri.
Leggeremo a grandi e piccoli un passaggio del libro intitolato Il primo giorno, in cui Dahl racconta quando, nel 1925, all’età di 9 anni, si imbarcò per il collegio St. Peter’s school, con la sua cassettina personale.

Elena, Anna, Barbara


venerdì 25 marzo 2016

N come Norvegia


Alla lettera N del nostro allestimento tematico su Roald Dahl troverete la Norvegia. Roald Dahl nacque a Llandaff, Galles, il 13 settembre 1916 da genitori norvegesi. Visse gran parte della sua vita a Great Missenden, nella dimora soprannominata Gipsy House, ad un’ora da Londra.  
Questi due ingredienti della sua formazione (l'identità inglese e le origini familiari norvegesi) ebbero un’importanza fondamentale nello sviluppo della sua personalità.
Il padre di Dahl aveva espresso il desiderio che i figli frequentassero le scuole inglesi e la madre dal canto suo si assicurò che imparassero anche la lingua del loro paese d’origine ed ogni estate li portò in vacanza in Norvegia.


In Roald Dahl's Cookbook, scritto da Felicity e Roald Dahl, c'è un capitolo che si intitola My mother. "She was undoubtedly the asboslute primary influence of my own life". Dahl parla dello stile educativo "nordico" della madre, della sua forza e del suo coraggio, delle vacanze in Norvegia, del patrimonio letterario che la mamma gli tramandò.
Partiremo dalla Norvegia e dall'Inghilterra per tracciare un percorso storico-geografico nella vita dell'autore. Dall'Inghilterra, ci sposteremo in Africa, poi di nuovo nel Regno Unito per passare, poi, agli Stati Uniti, per tornare, infine, in Inghilterra. 
Dopo il college a Repton, Roald non si iscrisse all’università, deciso ad andare in giro per il mondo.
Nel 1934 fu assunto dalla Shell e trascorse 4 anni lavorando nell'Africa Orientale Britannica, soprattutto nelle colonie inglesi del Kenya e della Tanzania.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale decise di arruolarsi volontario nella RAF, compiendo missioni dal Kenya, alla Libia, alla Grecia, oltre che contro l'aeronautica del governo di Vichy in Siria e Libano. Alla sua prima missione nel 1940 fu vittima di un terribile incidente aereo, che lo segnò profondamente nel fisico e nell’anima.
Nel 1941 venne rimandato in Inghilterra come invalido ed iniziarono i suoi rapporti con l’intelligence inglese.  
Nel 1942 partì per Washington per lavorare nel controspionaggio.
Negli stati Uniti intrecciò rapporti con i poteri politici, con il mondo del cinema, con scrittori e divi di Hollywood. In questi anni scrisse il primi racconti brevi e il primo romanzo per adulti.
Nel 1945 tornò in Inghilterra, deciso a fare della scrittura la sua professione e dovette affrontare non poche difficoltà. Tornò a New York nel 1952 grazie all’amico e mentore Charles Marsh.
Nel 1953 sposò la nota attrice Patricia Neal dalla quale ebbe cinque figli: Olivia, Tessa, Theo, Ophelia e Lucy. La sua vita familiare fu turbata da una serie di infausti eventi: l’incidente di Theo, la morte dell’adorata Olivia, l’ictus di Patricia.
Tornato in Gran Bretagna Dahl acquistò una vasta popolarità come scrittore per bambini e, negli anni Ottanta, grazie anche all'incoraggiamento della seconda moglie Felicity, sposata nel 1983, scrisse le sue opere migliori. Morì il 23 novembre, all'età di 74 anni. E’ sepolto nel cimitero di Great Missenden.

Elena, Anna, Barbara



mercoledì 23 marzo 2016

A, B, C...DAHL!


A, B, C… Dahl è l’allestimento tematico che dal 15 al 23 aprile, cureremo, con il prezioso aiuto di Ilaria, presso Palazzo Chianini Vincenzi, ad Arezzo.
Per ogni lettera dell’alfabeto un oggetto, un’immagine, un libro significativi ed evocativi, passaggi simbolici e suggestivi per entrare nel magico mondo del grande gigante soffia sogni.
La mostra sarà visitata al mattino dalle scuole, con un’apertura speciale il 18 pomeriggio solo per gli insegnanti e il fine settimana sarà visitabile da un’utenza libera.
In questi giorni stiamo ultimando la progettazione dell’allestimento e stiamo scrivendo i contenuti che vorremmo veicolare ai visitatori, riesaminando le storie di Roald Dahl e i pochi libri (purtroppo) che parlano di Roald Dahl.
Dobbiamo confessare che l’idea di questa mostra ci ha messo un bel po’ alla prova. Ci siamo spesso confrontate sull’impostazione generale che volevamo dargli, come fare a racchiudere in un percorso la vita, le opere e la poetica di uno dei giganti della letteratura per ragazzi? Rischiavamo di essere banali e parziali. Mentre stavamo riflettendo e ci sembrava di non trovare una via d’uscita soddisfacente, Elena va in una scuola primaria per un progetto, l’Alfabeto dei sentimenti. Utilizza come cornice il libro edito da Fatatrac: per ogni lettera dell’alfabeto, un sentimento ed un illustrazione che lo raccontano. Elena mette vicino ad ogni lettera un libro che in qualche maniera racconti il sentimento espresso e per la lettera H-NON VALI UNA H, utilizza James e la pesca gigante.
Quando torna in libreria iniziamo a giocare e a creare alfabetieri ispirati al mondo di  Roald Dahl, ed ecco trovata la chiave di svolta, racconteremo il grande gigante soffia sogni, attraverso le 26 lettere dell’alfabeto.
Vorremmo che la mostra fosse un’occasione per tutti, grandi e piccoli, per scoprire qualcosa in più sull’autore, sulla sua produzione letteraria, sulla sua poetica, sulla sua vita.
Da domani racconteremo sul blog il nostro alfabetiere perché il nostro lavoro diventi patrimonio di tutti coloro che vorranno lavorare sul grande gigante della letteratura per ragazzi. 


Elena, Anna, Barbara, Ilaria

martedì 22 marzo 2016

Il grande gigante soffia sogni. Gli appuntamenti dal 15 al 24 aprile ad Arezzo

In questi giorni abbiamo messo a punto il programma definitivo della settimana dedicata a Roald Dahl. Dal 15 al 23 aprile abbiamo programmato una serie di appuntamenti per le scuole, gli insegnanti, le famiglie e per tutti coloro che vogliono entrare nel magico mondo di Roald Dahl.
Sabato 16 aprile, alle ore 10 nella Sala dei Grandi della Provincia, faremo il punto sul nostro progetto assieme alle istituzioni, agli sponsor, ai partner che abbiamo coinvolto.
Proietteremo il video-documentario AD OCCHI APERTI. STORIE DI IMPRENDITORI ED IMPRENDITRICI CHE HANNO CONCRETIZZATO I LORO SOGNI, realizzato in collaborazione con IFE della Camera di Commercio. Il video è frutto del lavoro di Ilaria Gradassi e Marcello Pistoi che sono andati in giro per il territorio aretino a raccogliere storie significative, sogni di uomini e donne che possano essere da esempio per i più piccoli, ma anche per gli adulti.
Ci sposteremo, poi, a Palazzo Chianini Vincenzi  per inaugurare la  mostra A, B, C… DAHL. Per ogni lettera dell’alfabeto abbiamo scelto un oggetto, un’immagine, un libro significativi ed evocativi,  dei passaggi simbolici e suggestivi per avvicinarci alla poetica di uno dei giganti della letteratura per ragazzi. All’interno della mostra troveremo LA GRANDE FABBRICA DEI LIBRI. DA LETTORI AD AUTORI, esposizione dei libri fatti a mano realizzati dai bambini e dai ragazzi delle scuole coinvolte nel progetto, oltre che a DIARIO DI VOLO. PAROLE E IMMAGINI PER RACCONTARE E RACCONTARSI, esposizione dei materiali realizzati nell’ambito degli atelier svolti a Casa Thevenin.
La mostra sarà visitabile al mattino dalle scuole, mentre sarà aperta al pubblico sabato 16, domenica 17, sabato 23 aprile dalle ore 16 alle ore 19.
Proprio sabato 16 sarà visitata dal nostro CIRCOLO DEI LETTORI. I nostri ragazzi si sono già messi al lavoro e stanno leggendo Roald Dahl, recuperando le opere care alla loro infanzia e avvicinandosi ai romanzi e ai racconti per adolescenti dell’autore.
Lunedì 18, alle ore 17 la mostra sarà aperta alle insegnanti per ROALD DAHL DALLA A ALLA Z. Un percorso in-formativo per costruire una cassetta degli attrezzi utile a lavorare su un autore amatissimo dai bambini e di levatura internazionale.
AL CINEMA CON DAHL, è invece il titolo degli incontri, riservati alle scuole che si svolgeranno presso il cinema Eden. Un’occasione per ragionare attorno ai film tratti dai libri dell’autore, come Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato di Mel Stuart, Matilda sei mitica di Danny De Vito, James e la pesca gigante di Henry Selick, Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson.
Domenica 24, alle ore 17, presso il Teatro Virginian si chiude in bellezza con ATTENTI ALLE STREGHE! di e con Michele Mori.  Immagini, parole, musica e tanta ironia per raccontare chi sono le vere streghe. Un reading divertente per  grandi e piccoli e che fa un po’ paura… appena, appena, ma non troppo!
L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti, ma consigliamo vivamente la prenotazione!!!
Siamo davvero molto felici di essere riuscite a mettere in piedi un programma così ricco e di offrire alla nostra città l’occasione di conoscere meglio un autore fondamentale per bambini, ma anche per gli adulti che amano i bambini.


Elena, Anna, Barbara

lunedì 21 marzo 2016

Coraggio, amicizia e diritti dell’infanzia

Oggi pomeriggio, quando sono entrata nella classe 2A della scuola Sante Tani, mi ha accolta un saluto corale, intenso e delicato insieme, un invito ad entrare che assomigliava alla musica luminosa di un’orchestra, a una carezza che addolcisce il cuore.
Insieme a questi bambini e alla loro maestra, Barbara Severi, abbiamo parlato di coraggio, amicizia e diritti dell’infanzia. È nato così Amici coraggiosi, un libro fatto a mano che racconta la storia di James, dei suoi amici animali e del loro viaggio a bordo della pesca gigante. Un viaggio impegnativo e bellissimo, che riesce ad avere esito positivo grazie alla cooperazione. Tutti i personaggi, infatti, con le loro specificità e capacità, concorrono a raggiungere l’obiettivo finale: proprio come abbiamo fatto noi, costruendo un libro speciale, realizzato grazie al prezioso contributo e all’unicità di ognuno di questi bambini.

Ilaria


Questo è un libro di avventure, di esplorazione di posti nuovi, sia veri che immaginari. Leggere la storia ci ha permesso di vivere insieme a James l’emozione di entrare dentro una pesca e viaggiare con lui, imparando cose nuove. Il romanzo spiega che nella vita dei bambini possono esserci pericoli, ma che ci si può attrezzare per salvarsi, scappando o chiedendo aiuto se c’è qualcuno che ci è vicino: l’unione, infatti, fa la forza, e mettendo insieme le diverse capacità è più facile raggiungere buoni risultati. Roald Dahl ci insegna a coltivare l’immaginazione e ci ricorda che i bambini vanno trattati con amore: vanno nutriti, curati, rispettati, ascoltati, consolati, coccolati e fatti giocare.

I bambini della classe 2 A della scuola primaria Sante Tani

Vero come la finzione


Ieri sera eravamo dai nostri amici di Spazio Seme per Oltre lo schermo. Confessiamo che, causa i mille impegni che ci attanagliano quotidianamente, non eravamo mai riuscite ad andare, ma l’incontro di ieri era dedicato al cinema di Wes Anderson e con piacere, il desiderio personale ha incrociato le esigenze lavorative.
Wes Anderson è naturalmente uno dei nostri registi preferiti, dico naturalmente perché lo sguardo che ci regala sul mondo dell’infanzia è prezioso e profondo. Pensiamo a Moonrise Kingdom ad esempio, un film che abbiamo subito percepito vicino al nostro sentire pedagogico, una pellicola che abbiamo discusso e che consigliamo alle insegnanti nei nostri percorsi formativi.
Anche se il cinema non è l’oggetto privilegiato del nostro studio, cerchiamo di saccheggiare ovunque sia possibile pur di arricchire la riflessione sul mondo dell’infanzia che tentiamo di fare attraverso la letteratura. Ed è per questo che spesso accanto a romanzi, libri illustrati, graphic novel, a volte affianchiamo, da profane,  anche alcuni film.
Ci piacerebbe esistesse una rassegna di cinema “sui ragazzi”, film che parlano di loro e non confezionati ah hoc per un “pubblico giovane” sulla scia di stereotipi e luoghi comuni. Un cinema di riflessione per adulti sui mondi dei più piccoli.
In questo percorso ideale Wes Anderson avrebbe sicuramente un posto di rilievo. Per lui vale l’espressione che aveva utilizzato Gianni Rodari per classificare i bravi scrittori per ragazzi, coloro i quali conservano un “orecchio acerbo”, un orecchio bambino; seppur adulti riescono ancora a vedere il mondo con una sensibilità vicina a quella dei più piccoli.
Già questo basterebbe a farci amare Anderson, ma poi lui ha pure fatto un film su uno dei nostri autori preferiti,  un capolavoro, non solo per le scelte estetiche messe in campo, ma anche per l’accuratissimo lavoro di documentazione che sta dietro il film.
Ilaria Feole, giovanissima e preparatissima,  ha curato la lezione di ieri sera, una lezione piena di sostanza, frutto di studio e di un pensiero. Abbiamo acquistato il libro Wes Anderson. Genitori, figli e altri animali in cui abbiamo trovato un utilissimo approfondimento su Fantastic Mr Fox, in cui si parla del legame affettivo che intercorre fra Wes e Roald, delle connessioni intellettuali fra i due autori, di Robin Hood, di Richard Scarry, della plastilina.
Abbiamo trovato particolarmente felice la scelta del titolo della serata Vero come la finzione. Ilaria Feole ha aperto il suo intervento spiegandoci che è un po’ come se i personaggi di Anderson volessero essere usciti da un romanzo. Osservazione che ci trova molto d’accordo.
I rapporti di Dahl con il cinema sono stati moltissimi, sia dal punto di vista personale, che professionale, ne abbiamo già parlato qui e qui. A luglio uscirà il BFG di Steven Spielberg e per quello che ci risulta, nessuno in Italia ha ancora scritto in maniera organica su Dahl e il cinema. Magari Ilaria che è così preparata e sensibile, potrebbe pensare a colmare questa lacuna.
Noi ci offriamo per dare il nostro aiuto!!

Elena, Anna, Barbara


Io e il gigante

Alla scuola primaria di Ceciliano, le attività realizzate con la maestra Lisa Nicchi sono iniziate già prima della lettura del GGG di Dahl, con la proposta ai bambini della classe quarta di disegnare come si immaginavano il gigante che dà il titolo alla storia. Dopo aver conosciuto il personaggio attraverso le parole dell’autore, i bambini hanno nuovamente disegnato il gigante, questa volta utilizzando le indicazioni trovate nel testo.  Successivamente, la classe si è soffermata ad analizzare il tema dei sogni, raccontando e illustrando sia quelli che si fanno di notte, dormendo, che quelli che si fanno di giorno, ad occhi aperti, immaginando, per esempio, il proprio futuro.
Nel riscrivere il testo per il loro libro fatto a mano, i bambini di questa classe hanno compiuto una scelta particolare, raccontando la vicenda dal punto di vista di Sofia e trasformando la storia, che rimane aderente al testo di Dahl, in una memoria della bambina.
Stamani, durante l’atelier, le parole hanno generato visioni e, alla fine, testo e illustrazione si sono fusi armoniosamente tra le pagine del libro fatto a mano, dando vita all’originale diario di Sofia: un racconto in cui immergersi, leggendo, sognando e frugando tra i preziosi dettagli e gli inserti a margine della pagina.

Ilaria


Questo romanzo racconta l’avventura di una bambina e di un gigante che salvano il mondo dai giganti cattivi.
Il GGG è un personaggio divertente, perché parla in modo sbagliato: lo fa perché non è mai andato a scuola, ma imparerà a parlare bene, leggere e scrivere grazie all’aiuto di Sofia, ricordandoci l’importanza dello studio.
Il romanzo ci parla anche dell’importanza dei sogni, che stimolano la fantasia e l’immaginazione di ognuno di noi.
Leggendo la storia sembrava quasi di essere lì e spesso ci siamo identificati in Sofia, vivendo con lei ogni emozione e sensazione: la sua paura, il suo coraggio, la sua felicità; siamo stati curiosi con lei, eccitati e pieni di orgoglio come lei. E’ per questo che abbiamo deciso di raccontare la storia dal suo punto di vista.


I bambini della classe 4 della scuola primaria di Ceciliano

venerdì 11 marzo 2016

Chi non crede alla magia è destinato a non incontrarla mai

Roald Dahl con il figlio


Ieri, alla scuola primaria Masaccio, una maestra ha detto ai bambini che sembravo anch’io uscita dalla storia di un libro. Più tardi, un bambino alla Sante Tani: “Tu il GGG lo conosci benissimo! Sei sua moglie?”

Sono proprio contenta. Sta succedendo proprio quello che volevo. Incontro classi molto diverse tra loro e ogni bambino, del resto, è unico ed irripetibile, sia per il tipo di apprendimento che per le sue personali caratteristiche e per la sua storia sociale, culturale, affettiva.

Nel misterioso clima che avvolge il progetto di costruzione di un libro fatto a mano, per prima cosa mi pongo in ascolto, cercando di individuare queste differenze; poi svelo la ricetta segreta per realizzare il libro: i bambini saranno gli ingredienti. Inizia allora il mio lavoro di regia e con un mestolo cerco di amalgamare tutto. Soprattutto, regolo il fuoco, adattandomi allo scenario che ho di fronte con flessibilità e fiducia, per accompagnare la classe a raggiungere l’ambizioso obiettivo finale che, immancabilmente viene raggiunto. “Ecco, questa è una magia che siete riusciti a compiere voi" - dico allora ai bambini che guardano stupefatti la loro opera d’arte.

La magia accade perché la classe collabora, coopera: il disegno del singolo scompare e rimane il libro, che funziona solo come insieme, accogliendo, integrando e valorizzando le diversità di ciascuno.

Sì. Secondo me è una vera magia. Ma bisogna crederci, per vederla realizzata.

Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato un piccolo triangolo che sa fare solo tin tin o lo scacciapensieri che sa fare solo boing boing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile; che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all'insieme. Siccome il piacere dell'armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica.



D. Pennac, Diario di scuola



Ilaria



(dedicato a K., che crede di non saper disegnare).