martedì 12 aprile 2016

Diario di volo: verso lo sbarco



Manca davvero poco all'inaugurazione della mostra A, B, C… Dahl. Ieri c'era un bel sole e con le ragazze di Casa Thevenin ci siamo incontrate fuori, abbiamo mangiato un gelato leggendo delle poesie adatte ai nostri diversi stati d'animo e poi siamo andate in libreria, per riguardare insieme tutto ciò che abbiamo prodotto durante il questi mesi e decidere cosa esporre e come. E' stato bello e commovente rileggersi, riguardarsi, ripensarsi. 
Il nostro materiale troverà una casa alla lettera D. D come Diario di volo, titolo del nostro percorso e sottotitolo di In solitario, il romanzo autobiografico in cui Dahl racconta le sue avventure di intrepido pilota dai 18 anni in poi, tracciando su carta le emozionanti traiettorie e le intense riflessioni della sua giovinezza.
Questa esperienza con le ragazze di Casa Thevenin è stata proprio questo: un volo appassionato nella nostra personale parte di cielo.
Era gennaio: ci siamo allacciate le cinture di sicurezza mentre l’aereo rullava in pista. Di solito in questa fase i piloti non avvertono l'accelerazione, perché sono concentrati a controllare la strumentazione e a compiere le prime manovre. E poi si dice che, essendo abituati a volare, non sentano più quel brivido che invece percorre i passeggeri. Ma era il nostro primo volo a bordo di quell'aereo e tutte lo pilotavamo: io quel brivido l'ho sentito e so che è stato così anche per le ragazze.
Abbiamo tirato la cloche e il muso del potente velivolo si è sollevato: eccola, quella sensazione di vuoto allo stomaco, mentre pian piano l’aereo si inclinava verso l’alto per poi staccarsi da terra. Dopo il decollo, una salita costante, fino al raggiungimento della quota, con le virate necessarie ad allontanarci in sicurezza dall’aeroporto. 
Seguendo la nostra mappa abbiamo volato: la fase di crociera è stata tranquilla, a volte ci siamo imbattute in turbolenze, ma il viaggio è stato bello, piacevole. Abbiamo scritto e disegnato, sorvolato moltissime terre abitate da ricordi,  alcune ospitali, altre molto meno; abbiamo incontrato fiumi di lacrime e pianure di risate; ammirato arcipelaghi sconosciuti in cui è stato anche desiderabile approdare. Poi abbiamo visto avvicinarsi la nostra meta: il profilo di noi stesse, specchio fedele della nostra identità.
Nelle procedure di avvicinamento abbiamo tenuto conto delle condizioni generali: non ci sono stati problemi particolari e quindi neanche ritardi.
Poco prima della toccata a terra ci siamo sorrise.
Ieri il parcheggio alla Casa sull'Albero, il posto perfetto dove atterrare: con l’aereo fermo abbiamo bloccato le ruote, controllato che tutto fosse a posto e contattato le libraie, addette a terra per lo sbarco che avverrà nei giorni della mostra. A maggio è previsto il ritiro bagagli: ci rivedremo per un ultimo bilancio e ognuna avrà indietro disegni e parole.
Ognuna, dopo, volerà da sola. O con altri co-piloti. Ma non ci lasceremo per sempre: potremmo organizzare nuovi fortunati viaggi, seguendo altre splendide mappe.
Ilaria

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