domenica 21 febbraio 2016

Come si diventa scrittori



Venerdì pomeriggio eravamo a Cortona per Da piccolo caddi in una pagina, un percorso in/formativo promosso dalla Cooperativa Athena e dal Comune nell'ambito del progetto di più ampio respiro Cortona Nata per leggere. Gli appuntamenti stanno coinvolgendo oltre 75 insegnanti e venerdì abbiamo incontrato le professoresse della scuola secondaria di primo grado, trascorrendo insieme il primo dei due pomeriggi di aggiornamento previsti.

Abbiamo deciso di lavorare utilizzando come bussola il "genere letterario" per orientarci nel ricco panorama editoriale contemporaneo, non dimenticandoci dei romanzi del passato remoto e prossimo.

Per quanto riguarda il genere biografico abbiamo proposto diversi testi, ma ci siamo soffermati particolarmente su Un gioco da ragazzi ed altre storie di Roald Dahl. Abbiamo deciso di leggere ad alta voce e per intero Un colpo di fortuna, uno dei racconti della raccolta, trenta pagine dense di notizie auto-biografiche sull'autore e di riflessioni preziose sul mestiere dello scrittore e sul percorso "accidentale" che ha portato Dahl a scegliere la strada della scrittura.

Il racconto principia con una disillusa descrizione delle difficoltà economiche in cui versano gli "scrittori in erba" per proseguire, poi, con una sorta di decalogo sulle qualità che dovrebbe avere un romanziere:


“1. Dovete avere una fervida immaginazione. 
2. Dovete saper scrivere bene. Con questo intendo dire che dovreste essere in grado di far vivere nella mente del lettore lo scenario che descrivete. Non tutti hanno questa dote. È un dono di natura, che si possiede o non si possiede.
3. Dovete avere la capacità di resistenza. In altre parole, dovete, dovete applicarvi a quello che state facendo senza mai gettare la spugna, per ore, giorni, settimane, mesi. 
4. Dovete essere perfezionisti. Il che significa che non dovete mai essere soddisfatti di quel che avete scritto la prima volta ma riscriverlo in continuazione, fino a dare il meglio di voi stessi. 
5. Dovete avere una forte autodisciplina. Lo scrittore lavora in solitudine. Non siete alle dipendenze di nessuno, non c’è nessuno pronto a licenziarvi se non vi presentate al lavoro, o a farvi una ramanzina se andate a rilento.
6. Sarà un vantaggio se siete dotati di senso dell’umorismo. Non è essenziale quando si scrive per il pubblico adulto, ma è indispensabile se il libro è rivolto ai bambini. 
7. Dovete avere una buona dose di umiltà. Chi è convinto di scrivere cose meravigliose, va incontro a cocenti delusioni".

Roald Dahl sente di essere entrato nel mondo degli scrittori attraverso la porta di servizio e racconta una partenza scolastica demotivante. Leggiamo gli impietosi giudizi scolastici sul giovane Roald:



Trimestre di Pasqua, 1931 (quindici anni). Composizione inglese: "Un incorreggibile pasticcione. Lessico povero, frasi mal costruite. Mi ricorda un cammello".



E Dahl conclude dicendo "non c'è da stupirsi che a quei tempi non mi sia mai passato per la testa di diventare uno scrittore".

Unica scintilla che accende la passione per la parola scritta sono le lezioni de La signorina O'Connor "aveva quasi cinquant'anni, una faccia da cavallo e dei dentoni gialli, ma per noi era bellissima (....)Forse è valsa la pena andare a quella scuola orribile solo per la gioia di godere dei suoi sabati mattina".


E ci viene subito in mente Massimo Recalcati e L'ora di lezione. Per un erotica dell'insegnamento, in cui lo psicanalista e scrittore, tra memorie e spunti di riflessione ragiona attorno alla relazione allievo/maestro. Ricorda che da piccolo si sentiva giudicato come una vite storta da raddrizzare, "ero stato un bambino considerato idiota. Fui bocciato in seconda elementare perché giudicato incapace di apprendere".   "Sei una presenza che insiste a vivere in me", scrive in una commovente la lettera d'amore alla professoressa Giulia, un incontro che rappresenta una svolta nella sua vita.

E gli incontri possono davvero cambiarti la vita, per lo meno per Dahl fu così. Se Forester non avesse bussato alla porta del suo ufficio a Washington, forse non sarebbe mai diventato uno scrittore. Chi lo sa, quello che è certo è  che anche se le partenze scolastiche non sono delle migliori, niente è perduto perché la vita può riservarsi un destino inaspettato. E ci pare davvero un bel messaggio.


Elena, Anna, Barbara


 


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