In questi giorni siamo state impegnate nella
preparazione di un percorso formativo sul fiabesco rivolto alle maestre della
scuola dell’infanzia. Abbiamo preparato un’articolata bibliografia utile a
ricostruire la fortuna della fiaba in Italia, dagli anni ’50 fino alle
sperimentazioni odierne. A guidarci nel bosco del fiabesco Calvino,
Munari, Rodari, ma anche Philipe Corentin, Chiara Carrer, Mario Ramos, Fabian
Negrin, Icinori ed Anthony Browne, solo per citarne alcuni. Naturalmente in
questo percorso non poteva mancare Versi Perversi di
Roald Dahl, illustrato da Quentin Blake e tradotto in Italiano da Roberto Piumini. Il grande gigante
gentile intende metterci in guardia dalle storie a lieto fine, pensate per
imbrogliare i lettori bambini e vuole rivelarci come sono andate veramente le
cose. Scopriamo così che il principe di Cenerentola, inorridito
dalla prospettiva di dover sposare la verrucosa sorella della povera
Cenerentola, decide di sbarazzarsene, tagliandole la testa.
Il finale sovverte, inoltre, lo schema tradizionale:
vivranno tutti felici e contenti, è vero, ma la nostra Cenerentola sposerà un
bravo ragazzo, un boscaiolo specializzato in confetture.
Andando
avanti, incontriamo i 7 nani che non sono dei lavoratori indefessi come quelli che conosciamo tutti, bensì degli accaniti giocatori
d’azzardo. Biancaneve utilizzerà lo specchio magico per avere anticipazioni sui
risultati delle corse dei cavalli, ottenendo lauti guadagni per i suoi amici.
Il
lupo di Cappuccetto farà una brutta fine, ucciso da un colpo di pistola
sferragliato senza pietà dalla bambina che incontriamo, poi, in giro per il
bosco avvolta in una bella pelliccia lupesca.
Ed è sempre Cappuccetto a venire in aiuto al terzo dei tre porcellini.
Di nuovo tira fuori dalle mutande la sua pistola e bang, fa secco il lupo!!!
Peccato che poi faccia fuori anche l’ingenuo porcellino ed alla fine “Cappuccetto ha due pellicce”, ma guarda
caso ha anche “un’originale borsa da
viaggio in pelle di maiale”.
Insomma
Dahl aggiunge alle fiabe tradizionali umorismo, colpi di scena e quel po’ di
crudeltà, che tanto diverte i bambini e a giudicare dalle risate delle maestre che oggi erano in libreria, anche gli
adulti.
Elena,
Anna, Barbara
Nessun commento:
Posta un commento