sabato 9 gennaio 2016

Diario di volo

Roald Dahl nella sua uniforme da aviatore

Sta per iniziare Diario di volo. Parole e immagini per raccontare e raccontarsi, altro germoglio tra i rami del nostro vasto progetto. 
Destinatario di questo percorso parallelo sarà un piccolo nucleo di adolescenti ospiti della comunità educativa Edelweiss di Casa Thevenin
Da anni mi occupo di progettare e realizzare degli atelier creativi che offrano ai giovani ospiti di questa struttura delle occasioni di incontro e di crescita emotiva, proponendo di esplorare il proprio immaginario, indagare sul proprio vissuto e restituire a noi adulti il compito di leggere, guardare, saper accogliere. Considerate le finalità che Casa Thevenin si prefigge - in particolare quella di ospitare minori e garantire loro assistenza e tutela fuori dalla famiglia di origine - ci è sembrato chiaro un legame con il mondo di Dahl e, dunque, irrinunciabile proporre alla Fondazione di inserire gli atelier di quest’anno all’interno del progetto Il grande gigante soffiasogni.
Dahl sa come parlare ai bambini e ai ragazzi, è attento alla loro solitudine e, soprattutto, è in grado di comprendere quanto la loro vita possa, talvolta, essere complicata.
Sofia, nel GGG, è cresciuta in un orfanotrofio; ne Le streghe il narratore è un bambino che a sette anni rimane orfano di entrambi i genitori e che verrà cresciuto dalla nonna; come lui ha sette anni ed è rimasto orfano James, il protagonista di James e la pesca gigante, che vive con due malvagie e prepotenti zie che, invece di prendersi cura di lui, lo maltrattano. Danny, il campione del mondo, è un bambino a cui è morta la mamma e che vive in povertà in un carrozzone di zingari con "il papà più meraviglioso e affascinante che un ragazzo potrebbe desiderare": la storia racconta il loro profondo legame, svelando luci e ombre di questa particolare relazione. Matilde, protagonista dell’omonimo romanzo, ha invece una famiglia "tradizionale", ma suo padre e sua madre sono due personaggi negativi fino al grottesco, insensibili, che non si curano di lei. La bambina creerà un legame speciale con la sua maestra, la signorina Dolcemiele, e con lei deciderà di vivere lasciando la famiglia d’origine. Non sono malvagi né oppressivi i genitori di Charlie ne La fabbrica di cioccolato, ma, poverissimi e dunque incapaci di provvedere ai bambini: il protagonista della storia troverà la sua strada e la via dell'emancipazione fuori dalla famiglia, grazie alle opportunitá offerte dallo strampalato Willy Wonka.
Nelle storie di Dahl, insomma, spesso i minori si separano - volontariamente o involontariamente - dalle figure adulte negative della loro vita.
Questi romanzi, inoltre, con un linguaggio creativo e originale, insegnano senza pietismo ai più piccoli che, nonostante si possano vivere esperienze traumatiche e momenti difficili e nonostante si incontrino  terribili giganti e streghe malvagie, il lieto fine è possibile per tutti.
Non va altresì dimenticato che, se i bambini - soprattutto i meno fortunati - sono al centro della scrittura di Dahl, egli scelse di aiutarli e sostenerli anche economicamente: per tutta la vita fu un generoso filantropo e spese tempo e denaro per aiutare bambini e persone in difficoltà.

Questi spunti hanno convinto la Fondazione Thevenin, che ha accolto volentieri la nostra proposta e non soltanto ha scelto di attivare lo specifico percorso per adolescenti ispirato a Roald Dahl, ma ha voluto anche sostenere il progetto come partner.
Che cosa faremo?
Diario di volo nasce da una precisa riflessione: le moderne tecnologie permettono ai ragazzi di esprimersi e di farlo sempre. Sms, chat, e-mail, social network e blog invitano continuamente al racconto di sé, ma sono forme di comunicazione fragili, di contatto momentaneo e, soprattutto, mezzi che danno vita a rappresentazioni di sé immediatamente destinate agli altri, al loro giudizio e alla loro approvazione. Il percorso intende proporsi come laboratorio di contatto con la narrazione autobiografica, come officina per guidare i più giovani nella scoperta di un proprio personale percorso creativo, attraverso la sperimentazione di diverse forme espressive che facilitino la messa a sistema di idee, frasi, emozioni, rappresentazioni di sé e del mondo.
A fare da cornice al percorso, proprio la figura di Roald Dahl, che scelse di narrare di sé a bambini e ragazzi attraverso i romanzi autobiografici Boy e In solitario. Diario di volo.
Per questi scritti straordinari, che raccontano rispettivamente la sua prima infanzia e la giovinezza, Dahl utilizzò parte dei propri appunti, della propria corrispondenza e delle numerose fotografie da lui stesso scattate. Lo scrittore, infatti, tenne un diario sin dall'età d'otto anni; fu un appassionato scrittore di lettere (alla madre, per trentadue anni, da quando bambino era lontano da casa per motivi di studio fino alla morte di lei; ai suoi figli due volte alla settimana mentre frequentavano il college; a insegnanti, bambini e ragazzi che gli scrivevano lettere dopo aver letto i suoi romanzi) e, ancora ragazzo, sviluppò un interesse particolare per la fotografia, una passione che conservò e incrementò per tutta la vita.
Partendo dall’esperienza del giovane Dahl, sarà proposta alle adolescenti ospiti di Casa Thevenin una serie di atelier, legati dal filo rosso del racconto di sé: da una parte attraverso la scrittura (sia essa in prosa o in poesia) e la rappresentazione grafico-pittorica, dall’altro attraverso la fotografia.
Una selezione dei materiali prodotti nell’ambito degli atelier andrà a costituire la mostra Diario di volo, che sarà inserita nell’esposizione tematica nell’ambito dell’evento finale del nostro intero progetto.

Il primo appuntamento sarà lunedì pomeriggio e io non vedo l'ora di presentare Dahl alle mie ragazze.

Ilaria


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