Roald Dahl nella sua uniforme da aviatore |
Sta per iniziare Diario di
volo. Parole e immagini per raccontare e raccontarsi, altro
germoglio tra i rami del nostro vasto progetto.
Destinatario di questo percorso
parallelo sarà un piccolo nucleo di adolescenti ospiti della comunità
educativa Edelweiss di Casa Thevenin.
Da anni mi
occupo di progettare e realizzare degli atelier creativi che offrano ai giovani
ospiti di questa struttura delle occasioni di incontro e di crescita emotiva, proponendo di esplorare il proprio immaginario, indagare sul proprio vissuto e restituire a noi adulti il compito di leggere, guardare, saper accogliere. Considerate
le finalità che Casa Thevenin si prefigge - in particolare quella di ospitare
minori e garantire loro assistenza e tutela fuori dalla famiglia di origine - ci
è sembrato chiaro un legame con il mondo di Dahl e, dunque, irrinunciabile proporre alla Fondazione di inserire gli atelier di quest’anno all’interno del
progetto Il grande gigante
soffiasogni.
Dahl sa
come parlare ai bambini e ai ragazzi, è attento alla loro solitudine e,
soprattutto, è in grado di comprendere quanto la loro vita possa, talvolta,
essere complicata.
Sofia, nel GGG, è cresciuta in un
orfanotrofio; ne Le
streghe il narratore è
un bambino che a sette anni rimane orfano di entrambi i genitori
e che verrà cresciuto dalla nonna; come lui ha sette anni ed è rimasto orfano
James, il protagonista di James e
la pesca gigante, che vive con due malvagie e
prepotenti zie che, invece di prendersi cura di lui, lo maltrattano. Danny, il
campione del mondo, è un bambino a cui è morta la mamma e che vive in povertà in un carrozzone di zingari con "il papà più meraviglioso e affascinante che un ragazzo potrebbe desiderare": la storia racconta il loro profondo legame, svelando luci e ombre di questa particolare relazione.
Matilde, protagonista dell’omonimo romanzo, ha invece una famiglia "tradizionale", ma suo padre e sua madre sono due personaggi negativi fino al grottesco, insensibili, che non si curano di lei. La bambina creerà un legame speciale con la sua maestra, la signorina Dolcemiele, e con lei deciderà
di vivere lasciando la famiglia d’origine. Non sono malvagi né oppressivi i
genitori di Charlie ne La
fabbrica di cioccolato, ma, poverissimi e dunque incapaci di provvedere ai
bambini: il protagonista della storia troverà la sua strada e la via dell'emancipazione fuori dalla famiglia, grazie alle opportunitá offerte dallo strampalato Willy Wonka.
Nelle
storie di Dahl, insomma, spesso i minori si separano - volontariamente o involontariamente
- dalle figure adulte negative della loro vita.
Questi romanzi, inoltre, con un linguaggio creativo e originale, insegnano senza pietismo ai più piccoli che, nonostante si possano vivere esperienze traumatiche e momenti
difficili e nonostante si incontrino terribili
giganti e streghe malvagie, il lieto fine è possibile per tutti.
Non va
altresì dimenticato che, se i bambini - soprattutto i meno fortunati - sono al
centro della scrittura di Dahl, egli scelse di aiutarli e sostenerli anche
economicamente: per tutta la vita fu un generoso filantropo e spese tempo e
denaro per aiutare bambini e persone in difficoltà.
Questi
spunti hanno convinto la Fondazione Thevenin, che ha accolto volentieri la nostra
proposta e non soltanto ha scelto di attivare lo specifico percorso per
adolescenti ispirato a Roald Dahl, ma ha voluto anche sostenere il progetto come
partner.
Che cosa
faremo?
Diario di volo nasce da una precisa riflessione: le
moderne tecnologie permettono ai ragazzi di esprimersi e di farlo sempre. Sms,
chat, e-mail, social network e blog invitano continuamente al racconto di sé,
ma sono forme di comunicazione fragili, di contatto momentaneo e, soprattutto,
mezzi che danno vita a rappresentazioni di sé immediatamente destinate agli
altri, al loro giudizio e alla loro approvazione. Il percorso intende proporsi come laboratorio di contatto con la narrazione
autobiografica, come officina per guidare i più
giovani nella scoperta di un proprio personale percorso creativo, attraverso la
sperimentazione di diverse forme espressive che facilitino la messa a sistema di idee, frasi, emozioni, rappresentazioni di sé e del
mondo.
A fare da cornice al
percorso, proprio la
figura di Roald Dahl, che scelse di narrare di sé a bambini e ragazzi attraverso i romanzi
autobiografici Boy e In solitario. Diario di volo.
Per questi
scritti straordinari, che raccontano rispettivamente la sua prima infanzia e la
giovinezza, Dahl utilizzò parte dei propri appunti, della propria corrispondenza e
delle numerose fotografie da lui stesso scattate. Lo scrittore, infatti, tenne
un diario sin dall'età
d'otto anni; fu un appassionato scrittore di lettere (alla madre, per trentadue anni, da quando bambino era
lontano da casa per motivi di studio fino alla morte di lei; ai suoi figli due volte alla
settimana mentre frequentavano il college; a insegnanti,
bambini e ragazzi che gli scrivevano lettere dopo aver letto i suoi romanzi) e,
ancora ragazzo, sviluppò un interesse particolare per la fotografia, una
passione che conservò e incrementò per tutta la vita.
Partendo
dall’esperienza del giovane Dahl, sarà proposta alle adolescenti ospiti di Casa
Thevenin una serie di atelier, legati dal filo rosso del racconto di sé: da
una parte attraverso la scrittura (sia essa in prosa o in poesia) e la rappresentazione grafico-pittorica, dall’altro attraverso la fotografia.
Una selezione dei materiali prodotti nell’ambito degli atelier andrà a costituire la mostra Diario di volo, che sarà inserita nell’esposizione tematica
nell’ambito dell’evento finale
del nostro intero progetto.
Il primo appuntamento sarà lunedì pomeriggio e io non vedo l'ora di presentare Dahl alle mie ragazze.
Ilaria
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