lunedì 22 febbraio 2016

Da cosa nasce cosa


Qualche giorno fa abbiamo conosciuto una nuova imprenditrice per la nostra galleria Ad occhi aperti: Franca Rizzo ha 57 anni, è madre di due figli ormai grandi ed è un’imprenditrice: si definisce soddisfatta e fortunata, perché fa un lavoro che le piace. Ha fatto qualche piccolo sacrificio ma, complessivamente, senza rinunce eccessive. Immedia è l’agenzia di comunicazione di cui è titolare: un’impresa dai mercati ampi, con un team, tra soci e creativi, di 16 professionisti che lavorano condividendo saperi, competenze e qualità umane in uno spazio dinamico, accogliente, dal sapore internazionale.
Nata in Calabria, da piccola Franca sogna di poter essere libera da quella cultura che chiude le donne del sud tra le pareti domestiche: vuole semplicemente andare via, studiare e costruire per sé un futuro più ricco e articolato di quello a cui le donne meridionali sembrano destinate. 
Poi la famiglia si trasferisce ad Arezzo: Franca ha 14 anni, va a scuola proprio come voleva e, dopo essersi diplomata, inizia a lavorare come ragioniera, con un posto a tempo indeterminato.
Un giorno, nell’agenzia di comunicazione in cui lavora occupandosi di conti e buste paghe, stanno cercando uno slogan. Succede che a Franca, che lavora con i numeri ma ama di più le parole, vengono in mente quelle giuste. Le dicono che ha talento: lei ha 21 anni, è ancora giovane e capisce che nella sua vita qualcosa deve cambiare. Decide di darsi una possibilità, di studiare e ascoltare il cuore: vuole lavorare nel mondo della comunicazione. Con un po’ di coraggio e molto sostegno da parte di chi ha intorno, inizia una nuova fase della sua vita: lascia un lavoro sicuro per realizzare nuovi sogni. 
È il 1981 ed è così che nasce Immedia, la sua agenzia di comunicazione.
Franca ci spiega che sicuramente i tempi erano diversi allora, che era un po’ più semplice, ma che i giovani oggi non devono scoraggiarsi: il carattere, le capacità personali e una formazione importante possono aiutarli a raggiungere le loro aspirazioni. "Seguire la propria strada è giusto, la passione - spiega - va coltivata: l’importante è mantenere i piedi per terra e, soprattutto oggi, essere concreti".
La formazione è la chiave per affrontare il futuro professionale e le sue sfide, il motore che consente di attuare il cambiamento.  

È anche per questo che Franca crede fortemente nel valore di Ife, il Comitato per l’Imprenditoria Femminile della camera di Commercio di Arezzo, del quale fa parte: le progettualità che nascono e si sviluppano all’interno del comitato si rivolgono agli studenti e forniscono loro la possibilità di acquisire conoscenze ed esperienze che sono il primo supporto concreto per ipotizzare una carriera di imprenditore o imprenditrice. 

L’incontro con Franca ci offre la possibilità di ricordare Bruno Munari, uno dei padri della grafica italiana, che fece della curiosità, della creatività e della sperimentazione il centro della sua vita e della sua arte e che con il suo metodo ispira anche i miei atelier.

Dalla fine degli anni Venti, Munari futurista si dedica alla grafica e alla pubblicità. Vale la pena qui ricordare le tavole che nel 1932 realizza per Il Cantastorie Campari, un’originale edizione pubblicitaria che raccoglie “27 figurazioni grafiche” per accompagnare poesie d’amore di Renato Simoni. 


Scrive a un amico:

Ecco: io ho fatto per Campari un importante lavoro e cioè una trentina di illustrazioni a colori futuriste per una sua ricca raccolta di poesie, più che illustrazioni sono interpretazioni, sugli amori, stampato alla cinese (doppia pagina) e rilegato con lo “spirablock” - te ne farò avere una copia purché tu voglia scrivere a CAMPARI – via manzoni 19 – milano – dicendo (cioè scrivendo) spett. ecc. ...ho visto il vostro ricco volume illustrato dal pittore Munari, sono un consumatore di campari.... desidererei averne una copia ….ecc. (il volume si chiama “il cantastorie di campari”) e ti verrà spedito ed offerto gratuitamente e sarà una cosa che ti farà piacere.
Scrivimi in merito e frattanto accetta cinquemila applausi.

Bruno Munari

Pubblicitario, designer, pittore, grafico, illustratore, editore e pedagogista, usa la sua poetica in tantissimi ambiti della comunicazione, cercando sempre di esprimere “quello che gli altri non vedono, ad esempio un arcobaleno di profilo”.

Munari è convinto che comunicazione e progettazione, ma anche creatività e arte, debbano avere una base concreta. Il suo spirito di progettazione si caratterizza per la ricerca di soluzioni semplici attraverso attività di sperimentazione, approfondimento, ampliamento delle proprie possibilità, sviluppo dei propri orizzonti e utilizzo delle proprie conoscenze. Per conoscere questo approccio si possono leggere, tutti editi da Laterza, Arte come mestiere (1966); Design e comunicazione visiva (1968); Fantasia (1977), Da cosa nasce cosa (1981).


I bambini sono stati sempre i suoi destinatari prediletti e a loro si è rivolto con leggerezza e intelligenza proponendo libri, libri-oggetto e giochi-per-pensare, incitandoli a usare curiosità, fantasia e cultura. La produzione di Munari dedicata ai più piccoli è enorme: invita a leggere, scrivere, disegnare, giocare, inventare.
Al centro della sua produzione per l’infanzia c’è il libro: opera d’arte, oggetto, gioco, sperimentazione, strumento privilegiato di comunicazione, di trasmissione di pensieri e, allo stesso tempo, magico alimentatore, perché fa nascere nuove idee in chi sfoglia le sue pagine.Negli anni Quaranta e poi negli anni Cinquanta, Munari lavora incessantemente a progetti audaci, che danno centralità all’immagine e all’invenzione grafica. Buchi, finestre e alette consentono ai bambini di esplorare la pagina e scoprire sorprese (Mai contenti, L’uomo del camion, Toc toc, Storie di tre uccellini e tutti i titoli della collana Mondadori I libri di Munari); varianti di libri e giochi invitano a imparare le lettere dell’alfabeto giocando (Abecedario, Alfabetiere, ABC con fantasia), carte e materiali differenti propongono esperienze sensoriali nuove (Nella notte buia, Nella nebbia di Milano), pagine illustrate e non rilegate, da sovrapporre, ispirano l’invenzione di storie personalizzate (Guardiamoci negli occhi, Tantagente, La favola delle favole).
Tutto è libro. Anche le istruzioni per l’uso e la pubblicità. Nel 1949 Munari progetta per Pirelli Meo, il gatto matto, un pupazzo realizzato in gommapiuma che - come poi Scimmietta Zizi nel 1953 - può assumere posizioni diverse grazie all’ossatura in fil di ferro contenuta all’interno. Il personaggio ispira una storia da racchiudere immancabilmente in un amabile libretto di 6,5 x 4,5 centimetri, che ha vita propria e che conquista quanto il giocattolo.


Nel 1972 cura per Einaudi la collana Tantibambini: libri con formato quadrato che raccontano storie brevi, con illustrazioni dai colori vivaci e prezzi davvero accessibili per raggiungere un ampio pubblico di lettori.
Il formato quadrato è il suo preferito ed è quello che sceglierà anche per i Prelibri del 1979: una collezione di dodici piccoli libri realizzati con materiali diversi - dalla carta alla stoffa, dalla plastica alla spugna - senza testo, pensati per bambini non sanno ancora leggere. 
La maggior parte dei libri in commercio di Munari e su Munari si trovano nel catalogo Corraini, che con questo autore collaborò per molti anni, legati dall’idea dell’editoria quale officina creativa e che dunque, oggi, ne salvaguarda e tramanda la pregiata eredità pedagogica e poetica.


Ilaria





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