martedì 19 aprile 2016

C come Cioccolato



Alla lettera C della nostra mostra abbiamo scelto di raccontare l’amore di Roald Dahl per il cioccolato, un amore  che ha radici lontane. In Boy, la sua autobiografia, Dahl racconta diversi episodi che hanno per protagonisti cioccolato e dolciumi.
Dai 7 ai 9 anni Dahl frequentò la scuola della Cattedrale di Llandaff e non vedeva l’ora di uscire da scuola per passare del negozio di dolci assieme ai suoi compagni. Stringhe di liquirizia, succhia sorbetto, frizza tonsille erano servite  dall’ orribile proprietaria, la signora Pratchett, una sporcella disgustosa e per di più avara. Roald e i suoi amici per vendicarsi architettarono il famoso complotto del topo. Infilarono dentro uno dei barattoli di caramelle, un topo morto. La signora Pratchett si spaventò moltissimo. Andò a lamentarsi dal preside della scuola, Mister Coombes, che per punire i bambini li prese a bacchettate nella schiena.

Quando da più grande frequentò Repton, fece l’assaggiatore per la grande fabbrica di cioccolato di Cadbury’s. In una scatola di cartone grigio arrivavano 12 tavolette e Dahl e i suoi compagni dovevano dare il loro giudizio sulle nuove creazioni della fabbrica.

Donald Sturrock, nella biografia dedicata a Dahl, ci racconta che Dahl, concludeva le cene a Gipsy House, offrendo ai suoi ospiti, Kit kat e Mars che custodiva in una scatolina rossa di plastica.

Alla sua passione dedicò un intero romanzo, La fabbrica di cioccolato che ha contribuito a renderlo noto al grande pubblico.



Elena, Anna, Barbara

Nessun commento:

Posta un commento