lunedì 4 aprile 2016

Seguire uno dei fili della trama per inventarne una nuova

Stamani La Grande Fabbrica dei Libri è arrivata a Bibbiena, dove ho incontrato i bambini della 4 A e 4 B e la loro maestra, Gemma Vigiani. Entrambe le classi hanno letto Le Streghe ma per i loro libri fatti a mano hanno ideato storie molto diverse.

Gli alunni della prima classe, nella loro riscrittura, riferiscono di non aver mai conosciuto una strega direttamente, ma di aver letto la storia di un bambino che invece "ha avuto più di un incontro ravvicinato con le vere streghe". Poiché questa esperienza ha costituito per lui una svolta nella vita, spiegano di volerla a loro volta raccontare.

Nella seconda classe, la scelta è stata invece quella di narrare la vicenda dal punto di vista della Strega Suprema che, in prima persona, presenta se stessa e le sue compari, palesa le sue malefatte ai danni dei bambini e se ne compiace ("sono fiera di me, sono molto creativa") e rivela nei dettagli la sua ultima impresa, miseramente fallita. Si rende conto, ricostruendo i fatti, che probabilmente il bambino che lei stessa aveva trasformato in topo, ha rubato la pozione e ha reso lei e le altre streghe vittime dei loro stessi malefici, cambiando anche il loro aspetto in quello di tanti roditori. "Mi sembra - riflette quando ormai non c'è più niente da fare - di dover dare ragione a quella vecchia morale delle favole: chi la fa l'aspetti, oppure al proverbio chi di spada ferisce di spada perisce..."
Stesso materiale di partenza, dunque, ma storie nuove che della trama seguono fili distinti, riannodando parole e intrecciando destini a partire da punti di vista differenti, illuminando sguardi opposti e complementari.
Ilaria


Le streghe è un  romanzo emozionante e leggendolo si provano tristezza, paura, ma anche allegria e divertimento. è una storia avventurosa e piena di suspance. Con la maestra avevamo deciso di leggerlo in classe ad alta voce: le avevamo promesso che non saremmo andati avanti da soli, per ripartire sempre dallo stesso punto, insieme. Però a casa ci prendeva la tentazione, perché eravamo curiosi di sapere cosa sarebbe successo. Qualcuno, perciò, ha dato una sbirciatina...
Roald Dahl con questo libro ci ha insegnato che è importante accettarsi per quello che si è: quello che conta è l'amore che ci lega alle persone. Tra il bambino e la nonna succede proprio così: loro due sono thug life, cioè ottengono quello che vogliono superando gli ostacoli, e insieme salvano tutti i bambini del mondo.
I bambini della classe 4 A della scuola primaria "L. Gori" di Bibbiena


Il romanzo che abbiamo letto è spaventoso e divertente allo stesso tempo e questo ti tiene incollato alle pagine. A rendere piacevole la lettura c'è anche il fatto che Roald Dahl ha un linguaggio particolare: non solo fa esprimere la Strega Suprema in modo bizzarro, ma usa pure parole-risatina [il termine è coniato dagli alunni!], cioè che piacciono ai bambini perché li fanno ridere. Ma anche se è così buffo, il libro insegna cose importanti, per esempio che bisogna accettarsi per quello che siamo: non conta l'aspetto che abbiamo ma il fatto di avere qualcuno che ci vuole bene. Il bambino topo, così picolo com'è, grazie al suo rapporto con la nonna riesce a salvare il mondo e quindi a dare un lieto fine alla storia. C'è solo una cosa che nel libro manca: avremmo volto sapere come si chiama il protagonista.
I bambini della classe 4 B della scuola primaria "L. Gori" di Bibbiena

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