giovedì 7 aprile 2016

Giovani scrittori di lettere

Stamani ho incontrato le classi 2 B e 2C della scuola secondaria di primo grado "Margaritone", che con le loro insegnanti, Sabina La Vecchia e Franca Liporace, hanno letto Boy e lo hanno approfonditamente analizzato.
In entrambe le classi, prima di trasformare il romanzo in un libro epistolare, fatto a mano, con i ragazzi abbiamo discusso a lungo. Alcuni hanno trovato il libro "divertente" e "ricco di descrizioni dettagliate, che mentre leggi fanno avere la sensazione di essere lì". Qualcun'altro ha ammesso  di preferire altri generi letterari all'autobiografia e ha rivelato di essersi sentito piuttosto distante dalle vicende di un ragazzino vissuto in un momento tanto diverso dal suo: "Certamente è un libro ben scritto, ma non mi ha preso tantissimo: preferisco libri più moderni, dove c'è più azione".
Altri, ancora, invece hanno amato di Boy proprio il fatto che è un'autobiografia di un coetaneo: "Roald Dahl, quando aveva la nostra età, aveva una vita diversa rispetto a noi. Si divertiva in altri modi, studiava in un un differente sistema scolastico e per spostarsi da un posto all'altro impiegava tempi lunghissimi, che oggi neanche immaginiamo. Questo è interessante: noi abbiamo cellulari, internet e tutto pronto, a portata di mano e il libro ci insegna che niente è così scontato e che anche nelle piccole cose c'è qualcosa di speciale". 
Visto che il laboratorio proponeva la stesura di una lettera immaginando di essere il giovane Dahl e raccontando episodi vissuti da lui, abbiamo parlato anche di scrittura epistolare. Naturalmente i ragazzi hanno subito detto che questa forma di comunicazione è superata, che appartiene a un mondo lontano, troppo lento. Eppure, nello stilare una lettera ciascuno,  tutti si sono impegnati e appassionati tantissimo. Si può  scrivere su whatsapp, dunque, ma si può riscoprire il fascino della busta chiusa che contiene parole scritte a mano, sperimentando un incontro con se stessi e con la propria intimità.
La fatica è premiata: sono state scritte, illustrate, imbustate, affrancate e rilegate due enormi raccolte di lettere. Sono ricche di vicende, personaggi, luoghi ed emozioni che, dopo Dahl, hanno conosciuto, rivissuto e saputo raccontare anche questi ragazzi.


I titoli scelti dimostrano che di Dahl sono stati colti almeno due aspetti importanti: Nostalgia di casa pone l'accento sul forte rapporto di Dahl con la madre e A chi scriverò la prossima lettera? rivela il suo amore per i rapporti epistolari, intrecciati con lei ma anche con i figli, gli amici e persino i suoi lettori.


Uno dei ragazzi ha detto: "Il libro raccoglie le cose che hanno segnato la vita dell'autore quando era ragazzo.  E non ci sono solo i fatti avvenuti, ma soprattutto come lui li ha vissuti dal punto di vista emotivo".  Vero! E le lettere di questi studenti, scritte immedesimandosi in un ragazzo molto diverso da loro  e indirizzate a destinatari sconosciuti (e quindi  immaginari), hanno comportato lo sforzo di fare contatto con se stessi per esplorare e fermare su carta le intermittenze di un sentire universale.
Con questi atelier abbiamo voluto proporre ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado di ampliare le possibilità e i significati dei  loro moderni e inquieti processi creativi. Non vogliamo demonizzare i loro strumenti di comunicazione virtuale, ma stimolarli a non escluderne altri a priori, proponendo nuove alleanze con la scrittura nelle sue diverse forme e accompagnandoli a immaginare che essa, anche seguendo schemi tradizionali, possa costituire un orizzonte desiderabile.
Ilaria

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